Stampe
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Prima edizione:
1628: Onomasticum
romanum Felice Felicio auctore Sabino Montopolitano e societate Iesu.
Romae, ex typographia Francisci Corbelletti.
Edizioni e ristampe:
1658 (seconda
edizione): Onomasticum Romanum Felice
Felicio auctore Sabino Montopolitano... . Romae, typis Francisci Corbelletti.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca – Firenze
1681: Onomasticum
Romanum auctore Felice Felicio Sabino Montopolitano e Societate Iesu. Venetiis, apud Paulum Balleonium.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca – Firenze
1703: Onomasticum
Romanum auctore Felice Felicio Sabino Montopolitano e Societate Jesu. Venetiis, apud Paulum Balleonium.
Biblioteca
dell’Accademia della Crusca - Firenze (2 copie)
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Edizioni
esaminate
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1658:
seconda edizione, Romae, typis Francisci Corbelletti;
1681: terza
edizione [?], Venetiis, apud Paulum Balleonium;
1703:
quarta edizione [?], Venetiis, apud Paulum Balleonium.
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L’opera e il suo sommario
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ii edizione - sommario.
Eminentissimo Principi Card. Antonio Barberino S.R.E. camerario
Felix Felicius e societate Iesu gaudium, & faustitatem
(pp. 5-16);
Felix Felicius e societate Iesu anagnostae suo gaudium, & faustitatem
(pp. 17-23); Errata corrige (p. 24); Onomasticum romanum (con numerazione
nuova: pp. 1-1136).
l’opera. L’Onomasticum è una sorta di sussidio didattico per le scuole di
retorica, nelle quali si faceva ampio ricorso a strumenti che ebbero, come
in questo caso, una notevole fortuna editoriale. È un dizionario fraseologico
italiano-latino, per un livello superiore di apprendimento linguistico e
non più di conoscenza delle basi della lingua, come in altri bilingui.
Il testo, sulle cui fonti per l’italiano
si tace, appare ricco e non selettivo: un primo rapido confronto con la Crusca del 1612 rivela un
cospicuo aumento del numero dei lemmi. Il Felici accoglie, infatti, nomi
propri e loro derivati (ad esempio “Babilonia”, sia come nome di città sia come
regione, “babilonico”, “babilonio”, “Bacca”, sia per la donna che celebrava
le feste di Bacco sia per la sua statua), ma soprattutto varianti
dialettali (“Bacarozzo, ò bacarozzolo [...]”) a volte segnalandole come
tali (“Babaiuola, Sen. e bavaglio, Fior. [...]”). Inoltre nel lemmario si
accolgono con larghezza alterati di tipico gusto toscano (“babbuinello”,
“baccellone”) e si lemmatizzano locuzioni e sintagmi, ma con criteri ormai
moderni sotto la parola chiave che li compone (s.v. “baccano”, “far baccano”).
Contribuisce al volume del testo anche
la cura nella distinzione di vocaboli polisemici: ad esempio, contro un
solo lemma “baccello” nella Crusca
del 1612, se ne hanno qui ben tre (“generalmente il guscio de’ legumi”,
“propriamente il guscio delle fave fresche”, “per similitudine si dice, di
persona semplice e sciocca”). Gli articoli sono dettagliati e spesseggiano
gli esempi dal latino con citazioni d’autore.
iii edizione - sommario.
[Manca la dedica ad “Antonio Barberino” e l’errata corrige.]
l’opera. Il lemmario è identico
a quello della precedente edizione. Si può segnalare solo l’uso di un corpo
tipografico minore.
iv edizione - sommario. [Il
sommario corrisponde a quello dell’edizione del 1681. L’Accademia possiede
due copie uguali, una delle quali con l’indicazione di proprietà: “Ad usum
Fr. M.F.M. Strigelli Pr. Gen. Ord. Servor. B.M.V”.]
l’opera. Il lemmario è disposto
ora su tre colonne e non più su due e a un controllo generale pare
identico.
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